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I primi 6 mesi di vita di un bambino sono un insieme di molteplici conquiste. Un’avventura che ha il sapore di una grande rivoluzione e che inizia con la capacità di stare seduti, afferrare gli oggetti per poi proseguire, a tavola con i primi assaggi. Ma cosa succede tra svezzamento e sonno? Che rapporto c’è?
Tappe dello sviluppo che portano gioia, grandi sorrisi sul viso dei genitori, bavaglini macchiati e perplessità riguardanti il sonno. Avrà mangiato abbastanza? E se si sveglia di notte per la fame?
In questo articolo affrontiamo insieme come la nanna cambia in relazione all’inizio dello svezzamento, e se i primi assaggi possono essere davvero la causa di improvvisi risvegli notturni.
Lo svezzamento, o alimentazione complementare, rappresenta una tappa fondamentale per la crescita di un bambino. I primi assaggi, i nuovi odori, i sapori e le consistenze, sono una scoperta nuova da vivere insieme giorno dopo giorno. Un’autonomia alimentare che avrà bisogno di tempo per essere assimilata, interiorizzata, accolta e soprattutto, accettata.
A 6 mesi, come a 12 mesi o un anno, ogni novità che si presenta sul cammino di un bambino accade spesso che venga affrontata con un comportamento di rinuncia. Prima di accettare un sapore, un odore e una consistenza diversa entra molte volte in gioco il dispiacere per una grande perdita: la fluidità e la certezza del latte, e il caldo abbraccio della mamma. Come dico sempre, l’allattamento non è solo nutrimento: è contatto, calore, conforto, legame di attaccamento. Insomma, è anche la coccola più coccolosa che esista!
Cosa accade intorno ai 6 mesi? I neonati e i bambini possono presentare decine di motivazioni per avere difficoltà nell’addormentarsi o di mantenere il sonno nelle ore notturne. Intorno al sesto mese di vita un neonato comincia a rendersi conto che mamma e papà sono individui distinti provando angoscia quando non li vede, tocca e sente. La paura dell’essere abbandonati è un timore ancestrale con evidenti ripercussioni sul sonno, diurno e notturno.
Stiamo facendo abbastanza? Dove stiamo sbagliando? Niente di tutto ciò. Di fronte a notte insonni, singhiozzi, pianti disperati inaspettati domandarsi se stiamo trascurando il nostro bambino è assolutamente lecito. L’ansia da separazione rappresenta una tappa fondamentale, necessaria e inevitabile per lo sviluppo di un bambino. A volte appare prima dei sei mesi, in altri casi ci vuole più tempo e per molti bambini farà capolino alla fine dell’esogestazione.
Ed ecco che il cucchiaino, il piattino o lo stare seduti sul seggiolone possono divenire veri propri oggetti di separazione. Il momento di accudimento morbido, caldo e piacevole che accompagna la poppata sparisce, per fare posto a sensazioni sconosciute che necessitano di tempo per essere interiorizzate.
Lo scrivo e lo dico spesso come sia difficile per qualsiasi bambino affrontare le novità che provengono dall’esterno dopo aver conosciuto un unica realtà, il grembo materno. Nove mesi in una condizione assolutamente perfetta. La giusta luce, una temperatura ideale e un’armonia nei suoni cullato dall’andamento lento del cuore materno.
Passati i nove mesi all’improvviso tutto cambia, ad accogliere il neonato ci sarà un ambiente ampio, freddo, pieno di luce e troppo confusionario. Ci vorranno nove mesi per capire come muoversi nel nuovo mondo che lo sta accogliendo di cui quattro solamente per avere un proprio orologio biologico interno (il ritmo circadiano).
Quando finalmente sembra che il nostro piccolo abbia trovato il giusto ritmo di sonno all’improvviso cambia tutto. Risvegli notturni, fatica ad addormentarsi e irrequietezza possono comparire in concomitanza con un primo approccio con lo svezzamento.
Le regressioni del sonno coincidono con i momenti più importanti nella vita di un bambino. Può essere una nuova scoperta motoria, cognitiva e linguistica a presentarsi o il consolidamento di un’attività precedentemente acquisita a svegliare un neonato frequentemente. Solitamente i primi episodi avvengono intorno ai 3 – 4 mesi e coincidono con uno scatto di crescita molto importante. Una situazione che può mettere in allerta i genitori impreparati ad affrontare il pianto inconsolabile del proprio bambino.
In altri casi, potrà accadere che i risvegli frequenti si presentino intorno ai 5 – 6 mesi in concomitanza con un maggior interesse nei confronti del mondo esterno. In questo periodo può capitare che un bambino inizi a capire che le gambe e le braccia possono condurlo lontano con un primo accenno di gattonamento. Un’attività vivace che avrà modo di consolidarsi dai nove mesi in poi, ma che avrà bisogno di tanto allenamento per potersi realizzare.
Il viaggio alla scoperta del mondo è veramente impegnativo se ci pensiamo bene. Ogni nuovo cambiamento, sia esso piccolo che grande, ha bisogno di essere rielaborato per mettere le basi per gli apprendimenti futuri. Quando potrà avvenire se non durante il sonno? Per i più piccoli, come per gli adulti, le ore in cui il corpo è a riposo, l’attività cerebrale dedicata tutte le energie alla rielaborazione delle informazioni apprese durante il giorno.
Nelle ore di sonno notturno quando il mondo fuori sembra essere rallentato, i rumori più soffusi e le luci abbassate i bambini avranno un che da fare per mettere tutti i tasselli al loro posto. Organizzare, scartare, elaborare, immagazzinare informazioni che saranno utili nel futuro.
Nelle fasi di crescita di un neonato il compimento dei 6 mesi di vita coincide con fase molto importante a livello nutrizionale: lo svezzamento. Abbiamo osservato che qualsiasi cambiamento può provocare l’insorgere di un sonno agitato, risvegli frequenti e ulteriore difficoltà nell’addormentarsi. Difficoltà che porteranno il genitore a domandarsi se il proprio bimbo abbia mangiato a sufficienza, sia sazio e se il latte sia sufficientemente nutriente.
Proviamo a metterci nei panni del nostro bambino. L’impatto con un alimento differente dal latte è molto forte. Potremo notare come sia difficile accettare:
Per i bambini lo svezzamento è un momento intenso di crescita e di separazione dalla figura materna e paterna (tutti a nanna ci pensa papà!).
Una tappa fondamentale per i nostri piccini che necessitano di trovare in noi un porto sicuro che permetta di avvicinarsi al cibo con serenità. Inoltre, lo svezzamento può essere visto come un’ottima occasione per riprendere abitudini alimentari di tutta la famiglia. E se allunga le manine nel piatto di mamma e papà non c’è nessun problema (un ulteriore approfondimento lo puoi trovare nel libro Svezzamento: io mangio con voi. Consigli, ricette e menù per tutta la famiglia).
È inoltre molto importante osservare come:
La convinzione di anticipare lo svezzamento per farli dormire tutta la notte, addirittura dai 3 ai 5 mesi, e sottolineo contrariamente a quanto detto dall‘Organizzazione Mondiale della Sanità (dal sesto mese compiuto se il bambino è pronto, ma non prima!) per creare un senso di sazietà, portando a un miglioramento delle ore di sonno, non solo non trova evidenze e conferme scientifiche, ma è del tutto errata!
I risvegli notturni non coincidono solamente con un bisogno nutritivo. Tutt’al più il contrario.
Gli alimenti solidi tendono ad avere un apporto di calorie inferiori se vengono rapportati al latte (materno o in formula), portando tra l’altro, a enormi carenze nutritive se vengono introdotti in fasce d’età non adeguate.
Il latte materno e in formula, contiene tutto ciò che i bambini necessitano per la loro crescita senza rischiare di esporre i più piccoli a gravi carenze nutritive, allergie e agenti patogeni. Affrontare i primi assaggi è un lavoro molto intenso per i nostri bambini e se a volte avviene senza grandi scossoni, in maniera naturale può capitare che la novità abbia bisogno di essere elaborata.
Soprattutto quando si introduce nella dieta dei più piccini il pasto serale, è buona abitudine proporre una sana alimentazione (prodotti di qualità e tanta frutta e verdura di stagione) e cercare di:
La verità è che, i bambini anche piccoli si autoregolano anche con la quantità di cibo di cui hanno bisogno per il proprio nutrimento e sostentamento. Quindi iniziamo seguendo loro, e cercando di interpretare le loro reali necessità senza forzature, e questo vale anche per svezzamento e sonno.
Il nostro compito è accompagnarli, offrendo una gamma varia e sana di alimenti!
Essere genitori è un grande lavoro che richiede pazienza, attenzione, un grande equilibrio emotivo che viene messo a dura prova in alcuni momenti della vita del nostro bambino. Le eccezioni nel sonno dei bambini sono fisiologiche, e non devono preoccuparci, in quanto tutto è risolvibile con tanto amore, accoglienza e coccole. Conosco bene la fatica relativa al sonno. Lo dico da mamma e da consulente del sonno che negli ultimi anni ha accompagnato molte famiglie nel loro percorso che mi hanno permesso di scrivere Dolce Nanna, il libro.
Svezzamento e sonno si incontrano, ovviamente, ma non è mangiando di più, o prima del tempo, che i bambini cominceranno per magia a dormire tutta la notte.
Inoltre, se hai bisogno di un confronto con professionisti e genitori corri a scoprire ti Membership Dolcenanna. Ti aspetto.