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Hai notato che il tuo bimbo improvvisamente ci mette tantissimo ad addormentarsi e che non dorme più di 1 o 2 ore consecutive la notte? Richiede continuamente la tua presenza di notte, molto più di prima e magari anche di giorno frammenta i pisolini? Respira, è tutto sotto controllo, probabilmente si tratta di Sleep Regression, la temuta regressione del sonno.
Tutto assolutamente fisiologico, quindi non c’è da preoccuparsi. Anzi, è indice di un balzo in avanti che il bambino sta per fare o ha appena compiuto. Ti spiego meglio, continua a leggere!
Spesso i genitori notano che i ritmi del proprio bambino hanno subito un cambiamento. A volte lo sconforto prende il sopravvento tanto addirittura da pensare di essere tornati indietro, ai primissimi giorni dopo la nascita quando il ritmo sonno e veglia era del tutto sballato. Porsi domande è legittimo, così com’è importante interrogarsi sul motivo per cui il nostro bimbo mostri nuove e inattese difficoltà nell’addormentarsi (con i tempi che si allungano, o anche i sonnellini che saltano frequentemente) e nel dormire stesso.
Quello che spiego sempre alle famiglie che si affidano a me per un percorso mensile, o per un percorso trimestrale, è che la regressione del sonno rappresenta una tappa fondamentale della crescita dei nostri piccini. Infatti, vengono chiamate regressioni del sonno, ma in realtà, hanno più il sapore di un vero e proprio progresso nello sviluppo psicofisico.
E qui ci sarebbe da discuterne bene, ma considera sempre che si parla di bambini, non di tabelle e schemi, ogni piccino ha un suo percorso specifico e unico. Quindi, quello che per alcuni bambini sarà un’eccezione, per altri potrebbe diventare una costante che si ripeterà tendenzialmente nell’arco dei primi due anni di vita. Normale. Fisiologico.
Gestire la mancanza di sonno è faticoso (ecco i miei consigli , lo so benissimo perché da mamma ci sono passata, ma è allo stesso modo, sapere che è uno scatto, aiuta. È un balzo in avanti che serve per raggiungere tutte le tappe fondamentali per una corretta crescita psicofisica, non siete voi che state necessariamente sbagliando qualcosa (hai impostato una routine della sera?).
Proviamo a vedere i nostri piccoli come degli atleti, che per poter gareggiare nel salto in lungo, avranno bisogno di prendere la rincorsa prima di saltare. Quando parliamo di regressioni del sonno, i nostri atleti stanno iniziando a correre il più veloce possibile, per poter fare quel balzo in avanti che serve per prendere una medaglia.
Il sonno di un bambino ha bisogno di tempo per potersi stabilizzare e regolarizzare, un tempo che non è uguale per tutti. In fin dei conti, sono appena venuti al mondo ed hanno bisogno di poter crescere
per poter trovare il giusto equilibrio tra tutte le componenti che servono per affrontare la vita.
Il dormire come il mangiare, il camminare e qualsiasi altro bisogno fisiologico, è una componente importante nello sviluppo. Talvolta ignoriamo o dimentichiamo che il sonno di un bambino è differente da quello di un adulto.
È ugualmente ciclico, ed ha più o meno le stesse fasi si sonno rem, ma, a differenza di un adulto, il bambino non è in grado di comprendere i cambiamenti che stanno avvenendo in lui, e attorno a lui. Diventa così normale che, soprattutto nei primi due anni di vita di un bambino, ci siano questi piccoli balzi progressivi che tenderanno a mostrarsi in particolare quando è ora di dormire.
I falsi miti e le credenze popolari che girano attorno alle regressioni del sonno sono veramente tanti, e possono portare ulteriore confusione. Ogni bambino è a sé, con una sua storia e un proprio sviluppo, ma è importante sapere che le regressioni si presentano in concomitanza dei traguardi evolutivi.
• cambiamento della struttura del sonno (4 mesi);
• alimentazione complementare (attorno ai 6 mesi);
• ansia da separazione (tra i 7 e i 9 mesi);
• curiosità per il mondo esterno (12 mesi);
• indipendenza ed autonomia (24 mesi).
Per poi proseguire nel secondo anno di vita quando sviluppando la propria conoscenza verso il mondo esterno, si sentono più autonomi, sviluppano il linguaggio e aumenta l’ansia di separazione nello specifico nelle ore notturne.
La regressione del sonno dei 4 mesi non si dimentica così facilmente, perché arriva prendendo tutti in contropiede. Spesso si pensa subito che questo piangere inconsolabile (quanto ne sai sul pianto notturno), la difficoltà a riaddormentarsi, sia dovuto a inutili capricci.
Invece i 4 mesi rappresentano un cambiamento molto importante del bambino. Il ritmo circandiano si consolida con la produzione di melatonina, che a sua volta andrà a frammentare il sonno in stadi diversi tra di loro.
Una fase di assestamento che dura tra le 2/3 settimane, senza una regola fissa, che sarà un importante balzo di crescita per il tuo bambino. In questa fase il grado di interazione sarà maggiore, lo noti anche con la distrazione durante le poppate, ma soprattutto incominciano a capire di essere individui a sé stanti dalla mamma.
La scoperta di nuovi sapori, le prime consistenze e di gusti diversi dal latte materno o artificiale avviene in maniera naturale, senza scossoni e pensieri. Considera che il latte, fino al primo anno di vita, è l’alimento principale, e che si andrà a offrire una alimentazione complementare dal momento in cui il bambino sarà fisicamente pronto. Quindi possiamo sfatare il mito che vede i bambini svegliarsi di notte per la fame.
Attorno ai 7 e 9 mesi quando l’esogestazione è giunta al termine, inizia il periodo più intenso per un bambino, che incomincia a scoprire il mondo attraverso il proprio corpo, distaccandosi dalla figura di accudimento.
Gattonare, rotolare, alzarsi in piedi o strisciare: siamo ad un importante livello di acquisizione delle capacità motorie, cognitive. Si avverte anche anche a una ulteriore ansia di separazione. In questa fase i bambini dormono quasi tutta la notte, con uno o più risvegli, ma hanno bisogno di essere confortati sapendo che mamma o papà sono lì con loro.
Entrano in gioco nuove scoperte, ma anche i dentini saranno un piccolo ostacolo da superare.
Consigliarsi con il proprio pediatra in caso di dubbi è sempre importante.
Soffiare sulla prima candelina è un momento emozionante per tutta la famiglia. I nostri bambini incominciano a chiacchierare, qualcuno a camminare, e qualcuno altro aspetterà qualche settimana
prima di prendere coraggio, ma in questo primo anno di progressi ne hanno fatti veramente tanti.
La maggior parte elaborati e rielaborati quando arriva la sera e la notte. Non sarà raro assistere a comportamenti di agitazione del corpo con gambe che scalciano e tentativi di alzarsi in piedi con gli occhi chiusi.
Tutto assolutamente normale! Le finestre di veglia si allungano perché la curiosità verso l’ambiente circostante, e l’eccitazione, la fanno da padrone. In questo scatto di crescita non è raro nemmeno che il vostro bambino rifiuti di fare il pisolino. Meglio non insistere, e offrire in alternativa giochi tranquilli
ricreativi sul tappettone, che non siano rumorosi e luminosi.
La tappa dei 18 mesi è una fase strana, perché se da un lato i nostri bambini ci appaiono autonomi, indipendenti da noi, tutto si capovolge di notte. Il picco di ansia da separazione è alle stelle, e il loro bisogno di noi sembra essere più che mai richiesto. In questa fase che potrebbe durare anche un mese, si potrà notare una certa resistenza nel momento in cui verranno messi a letto e una estrema difficoltà
ad addormentarsi.
Siamo giunti ai due anni e a una fase che viene conosciuta come la fase dei terribili due. Una buona notizia è che ci siamo passati tutti, ma soprattutto che adesso disponi di un’arma in più, cioè i due anni di conoscenza del bambino. Qui potremmo parlarne molto, ma torna il fatto che si tratta di una fase molto “impegnativa” anche per i nostri bambini che tutto il giorno sono impiegati in attività stimolanti e la sera “sfogano” le emozioni della giornata.
Non ci sono segreti per affrontare questa fase della crescita, ma tenendo sempre a mente di essere
coerenti e costanti puoi provare a:
Se non ti senti in grado di affrontare tutto questo scombussolamento emotivo, e temi di non farcela, chiedi aiuto alle persone che ti stanno accanto (contattami per un confronto).