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Alcuni pensano alla figura della consulente del sonno come all’arrivo della fatina magica delle favole, che appare dall’arcobaleno, e che con la sua bacchetta magica riesce a cullare il sonno di piccoli e grandi. Scardiniamo sin da subito questa idea: perché qui non si tratta di magia, ma di comprensione e accoglienza dei bisogni dei nostri piccolini. Ma allora quando chiamare in causa questa figura professionale? Quando chiamare la consulente del sonno? E quando diventa consigliabile farlo?
Questo articolo serve a chiarire un po’ di dubbi, ma come sempre, vale la regola che ogni situazione è differente: non ci sono motivazioni universali così come non c’è un bisogno, ma tanti differenti motivi.
Come abbiamo visto, le consulenti del sonno devono essere delle professioniste preparate e formate, perché, come sempre, tutto quello che riguarda i nostri cuccioli (anche la nanna) richiede cura e attenzione in ogni aspetto.
Quindi, dietro ad un percorso, o ad una consulenza del sonno, non deve e non può esserci approssimazione, ma tanto studio accurato (pregresso, e con questo intendo formazione seria) e costante nel tempo. Occorre poi impostare e ragionare sul da farsi, da caso a caso, da famiglia a famiglia e, ovviamente da bambino a bambino. Senza dimenticare di interagire, se serve, con altri professionisti, per non lasciare nulla al caso (pediatri; dentisti; psicologi; ecc.).
A livello di età del bambino, non c’è un unico momento prestabilito per rivolgersi alla consulente del sonno, ma è probabile che i genitori ne sentano maggiore necessità in fascia 0 – 3 anni. Questo accade perché, i risvegli, sia dei neonati che dei bambini piccoli, sono ritenuti fisiologici fino ai 3 anni, e proprio i tanti risvegli notturni, finiscono col mettere spesso a dura prova i genitori.
Del resto, è in questa fascia di età che i nostri bambini sviluppano capacità motorie e cognitive molto velocemente, apprendono tantissimo anche nei momenti che a noi sembrano quasi una regressione (ecco un mio approfondimento sulla regressione del sonno) e in questo modo accumulano il cortisolo, (l’ormone dello stress) proprio perché arrivano al momento della nanna troppo carichi ed eccitati dai cambiamenti in atto.
Ovviamente, succede anche che le famiglie con bimbi un pochino più grandi (alle pese con problematiche diverse rispetto a neonatini e bimbi piccoli) abbiano necessità di percorsi o consulenze relativi alla gestione del sonno. Come dico sempre non ci sono regole ferree, ci sono esigenze e bambini differenti.
I motivi per cui chiamare una consulente del sonno possono essere tantissimi, e alcuni molto risultano specifici e personali, ecco perché via via continueremo a parlarne anche su questo blog (se poi cerchi un posto di confronto attivo dedicato alle mamme già dalla gravidanza, corri a scoprire Non solo Nanna, una membership pensata sulle reali esigenze delle mamme) oltre che su Instagram.
Vediamone alcuni che mettono a dura prova le famiglie e le mamme che mi contattano!
Perché i nostri piccini si svegliano? Come detto poco fa, è parte della loro fisiologia fino ai tre anni, e i motivi, quando noi adulti riusciamo a comprenderli possono essere vari:
In caso i genitori sospettino ci possano essere cause patologiche (tra le più note, il reflusso gastroesofageo, ma ce ne potrebbero essere molte altre), la prima cosa da fare è confrontarsi con il pediatra di riferimento, per indagare a fondo, e capire come gestire queste cause patologiche di risveglio.
Dobbiamo sempre tenere a mente che i nostri piccini arrivano in un mondo tutto nuovo e che, da buoni esploratori, si gettano a capofitto alla scoperta di esso. Fanno così tante scoperte e conquiste, anche laddove noi genitori non ce ne rendiamo conto, tanto che poi si innesca il meccanismo delle regressioni del sonno. La bella notizia è che si tratta di progressioni: questo vuol dire che i piccini crescono, e fanno degli scatti più o meno grandi, che potremmo definire delle evoluzioni e conquiste verso la crescita.
L’apprendimento è naturale, è vero, e procede anche per imitazione e assimilazione, ma produce anche tanta eccitazione e stanchezza. Spesso decisamente troppa per i nostri piccini, tanto che (come ricordato poco fa) il cortisolo finisce per generare ulteriore eccitamento, che inficia le pratiche di rilassamento della messa a letto notturna.
I bambini troppo stanchi o troppo eccitati, faticheranno non solo ad addormentarsi, ma anche ad avere un sonno tranquillo.
Quando rivolgersi alla consulente del sonno se non per intervenire sulle abitudini? Di fatto, le abitudini della routine di vita quotidiana, incidono tantissimo sul riposo dei nostri bambini.
E potrei continuare con tantissime altre domande! Insomma, è chiaro che, come anticipato, non si può improvvisare su queste cose, e no, nemmeno sul sonno dei bambini.
Perché ti sembrerà banale, ma a volte basta cambiare piccole abitudini per ottenere miglioramenti anche considerevoli. Poi, come sempre, entrano in ballo tante altre variabili e dinamiche da considerare.
Se vuoi sapere quando chiamare la consulente del sonno, soffermati anche sui cambiamenti e sulle dinamiche emotive:
Come vedi, c’è tutto un mondo di domande importanti da farsi, e su cui soffermarsi a riflettere prima di muoversi in qualche modo. Tutte queste emozioni, smuovono i nostri piccini, che spesso, sfogano proprio di notte le ansie e le paure relative a questi cambiamenti.
Le parasonnie si manifestano più spesso, con le solite e doverose eccezioni, tra i 2 e i 6 anni. Di cosa si tratta? I bambini manifestano durante il sonno dei movimenti involontari, ma molto evidenti e “sentiti”, tanto che i genitori, al primo emergere delle parassonie, si spaventano perché pensano a problematiche gravi o traumi.
In generale, si tratta per fortuna di comportamenti fisiologici e benigni che tendenzialmente si risolvono da soli con il tempo. I più noti sono il sonnambulismo e il pavor nocturnus dei bambini.
Come abbiamo visto e sottolineato ci possono essere tantissimi altri motivi per rivolgersi alla consulente del sonno, tutti validi se senti di aver bisogno di un confronto e che ci possono essere dei margini di miglioramento sia della routine giornaliera che del rituale della nanna.
La risposta che mi sento di darti è semplice: quando avverti un disagio, quando la messa al letto o il sonno notturno diventano un incubo (forse anche perché hai necessità di capirne le dinamiche. A proposito, hai scaricato gratuitamente la mia Dolcenanna App? Che ti aiuta a monitorare il sonno dei tuoi piccini); quando hai bisogno di un confronto sulle tematiche del sonno e della nanna dolce (contattami per qualsiasi informazione).