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Il tuo bambino all’improvviso (ancora una volta) non vuole più addormentarsi o si sveglia in continuazione di notte reclamando la tua presenza? Improvvisamente e senza un’apparente spiegazione logica, al compimento della prima candelina sembra che la routine conquistata nell’ultimo anno, sia svanita magicamente. Le progressione del sonno dei 12 mesi prende il sopravvento e quello che sembrava ormai un ricordo dei mesi passati, riappare creando di nuovo scompiglio in famiglia. Niente panico: sopravvivere alla progressione del sonno è possibile, parola di mamma e di professionista.
In questo articolo parleremo di cosa siano le regressioni del sonno a 12 mesi, del motivo per cui le andremo a definire con il termine di progressione e concentreremo tutta la nostra attenzione su come affrontarle serenamente.
Sonno agitato, difficoltà nell’addormentarsi e una resistenza nell’andare a letto sono comportamenti che possono apparire agli occhi di un genitore, un passo indietro nello sviluppo del proprio figlio. I bambini, così come gli adulti, hanno bisogno di riorganizzare le informazioni apprese durante la giornata. Quale momento migliore se non durante la notte quando il cervello è a riposo?
Il primo anno di vita è pieno di regressioni del sonno. Emergono a intervalli di un paio di mesi l’uno dall’altro in concomitanza con gli scatti di crescita. Non avvengono per tutti i bambini allo stesso modo, uguale durata e intensità. Conoscere le progressioni del sonno e in particolar modo saperle riconoscere, permette di giocare in anticipo. La componente emotiva diventa fondamentale, e credimi se ti dico quanto sia difficile per qualsiasi genitore accogliere il proprio bimbo con calore e calma nel momento nascono dubbi, manca l’informazione.
Ricordando che ogni bambino è unico, nel suo percorso di crescita esistono momenti in cui le regressioni del sonno hanno maggiore probabilità di presentarsi:
Oltre alle fasi sopra citate, ci sono periodi transitori in cui il sonno può risultare particolarmente difficile che seppure siano passeggere, necessitano di particolare attenzione e accoglienza. Un trasloco, la nascita di una sorellina o di un fratellino, l’inserimento al nido o lo spannolinamento, possono creare un disequilibrio alla normale routine della nanna.
Quali sono i comportamenti che portano il genitore a capire di essere di fronte a una progressione del sonno a 12 mesi? Vediamolo insieme:
Il primo anno di vita sono segnati da un’enorme evoluzione nella crescita e nello sviluppo motorio, emotivo e cognitivo. Provate ad osservare attentamente un bambino intento nella sua attività giornaliera. Giocando o tentando di alzarsi in piedi noterete i suoi enormi sforzi per mettere in atto tutte le capacità acquisite in un anno di vita. Spingendo sempre di più l’asticella delle competenze portandola quasi al limite della capacità.
Ogni passo conquistato nell’arco della giornata avrà bisogno di un momento di rielaborazione che avverrà quando il cervello è a riposo. Ed ecco che quel fermento notturno e la difficoltà di lasciarsi andare, cambiano prospettiva mostrando i grandi balzi in avanti nella crescita.
Il pediatra americano Thomas Berry Brazelton nella sua lunga carriera a contatto con i bambini, ha osservato come lo sviluppo di ogni singolo individuo dalla nascita fino all’età prescolare, sia segnata da precisi momenti critici e sensibili.
Pur considerando che ogni individuo è differente con un percorso unico e specifico che non avrebbe bisogno di ulteriori inutili dannosi confronti, Brazelton definì l’importanza di comprendere come ogni comportamento prevedibile sia preceduto da una fase all’apparenza di regressione.
La teoria dei punti salienti (o Touchpoint) mostra come un comportamento già consolidato, dormire tutta la notte per esempio, all’improvviso venga meno in concomitanza al manifestarsi di una nuova abilità (es. imparare a camminare). Più o meno come un ginnasta di atletica leggera che prima di saltare, necessita di una corretta rincorsa per fare un grande balzo in avanti, ogni bambino avrà bisogno di fare un passo indietro per saltare meglio.
Il termine regressione, utilizzato in questo frangente da Brazelton, potrà trarre in inganno il genitore che si ritroverà a considerare il comportamento del proprio bambino come un peggioramento. Tuttavia ritengo che, essendo di fronte a importanti tappe per lo sviluppo fisiologico di un individuo, è opportuno considerare questi cambiamenti con una eccezione positiva, utilizzando il termine di progressione invitandoti a tal proposito, a leggere un ulteriore approfondimento su perché la regressione del sonno non è una regressione.
Abbiamo osservato che nei 12 mesi di vita di un bambino accadono miriadi di conquiste, tanti traguardi e una crescita esponenziale che non ha eguali nel corso degli anni. Avete fatto caso quante abilità imparano solamente in un anno? È strabiliante!
Spenta la prima candelina noteremo un sonno diverso:
A 12 mesi ci sono tante attività più interessanti da fare, costruire, esplorare e rielaborare nelle ore notturne che dormire è l’ultimo dei pensieri di un bambino. È il momento delle prime parole, dei primi passi con l’ansia da separazione pronta a bussare alla porta. Insomma perchè dormire? Una grande perdita di tempo.
Intorno ai 10 – 12 mesi le finestre di veglia si allungano, la curiosità per il mondo esterno andrà aumentando e sarà normale assistere a un rifiuto nei confronti dei pisolini. In particolar modo quello mattutino. A questo punto la domanda che si pone ogni genitore è come affrontare il rifiuto al pisolino mattutino o pomeridiano.
Il punto di partenza da considerare è che i pisolini dei bambini sono preziosi quanto un buon riposo notturno. Riposare serve a ricaricarsi per poi ripartire più energici di prima. Inoltre, è bene tenere a mente che, le progressioni sono fasi passeggere ed affrontarle con un po’ di pazienza e costanza, consentirà un ritorno alla normalità senza grandi scossoni.
Oltre a ciò è importante che ambedue i genitori siano coinvolti nella gestione quotidiana del bambino (tutti a nanna: ci pensa papà). Una buona collaborazione reciproca da parte di entrambi permette che il carico di ansia e stress non ricada solo su uno dei due. Se un tempo esisteva un intero villaggio a sostenere una neo mamma, ora non è più così e sempre più mamme si ritrovano da sole ad affrontare la giornata.
Cara mamma. Mi rivolgo a te! Se per stare meglio c’è necessità di chiedere aiuto, non esitare a chiederlo e se cerchi un posto di confronto attivo dedicato alle mamme, corri a scoprire Non solo Nanna, una Membership pensata sulle reali esigenze delle mamme.
Non siamo meno mamme perché ci rendiamo conto di avere bisogno di un mano. Non dimenticarlo, mai!
Vediamo come affrontare insieme la progressione del sonno a 12 mesi precisando che non è il momento per fare grandi cambiamenti. Premetto che è utile aspettare che emerga la competenza procedendo con un eventuale cambiamento una volta sia assestata. Nel frattempo è possibile:
In conclusione, è opportuno mantenere una corretta igiene del sonno rimanendo fedeli ai ritmi già consolidati (conosci la Dolcenanna App?), e che sappiamo offrire sicurezza e protezione al nostro bambino. Affrontare la progressione del sonno ben sapendo come riconoscere ogni singola fase è già di per sé un’ottima strategia ma se i dubbi persistono aumentando il disagio, le mie consulenze personalizzate mirano a rispondere alle domande illustrando le varie possibilità in base alle esigenze della famiglia (corri a scoprire i miei percorsi personalizzati di consulenza del sonno!).