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L’arrivo di un fratellino o di una sorellina, rappresentano un enorme cambiamento per tutta la famiglia. I ruoli e gli equilibri vengono messi in discussione ed accade che ci sia bisogno di rimescolare le carte, prima di poter giocare nuovamente. Ma cosa accade alla questione nanna? Questa novità così bella può diventare parte delle difficoltà del sonno dei bambini?
Se mamma e papà hanno avuto ben 9 mesi per prepararsi all’arrivo di un altro bimbo, non possiamo dire altrettanto per il primogenito. I cambiamenti che il piccolo dovrà affrontare saranno tanti e il timore di molti genitori è rivolto in particolare al momento della nanna. Si disturberanno a vicenda? Finiremo per dormire male? Ti assicuro che ciò che sto per raccontare in questo articolo ti potrà essere di grande aiuto per il sonno di tutta la famiglia.
È normale che come genitore ci si pongano domande su come comportarsi nel momento in cui è giunta l’ora di andare a nanna o se durante la notte il pianto del proprio bimbo possa svegliare il più grande. O viceversa.
Gli equilibri che fino a quel momento sembravano andare nel verso giusto, tutto d’un tratto cambiano, modificandosi. La felicità di aver raggiunto un traguardo appare lontana e per molti genitori si tende a porre rimedio prima che sia troppo tardi. In alcuni casi, si pensa che due bambini nella stessa camera possano andare a disturbarsi a vicenda scegliendo di dividerne le stanze. Muoversi in punta di piedi per timore di fare confusione e silenziare tutto quello che potrebbe infastidire i propri bambini è un vero proprio lavoro da ninja.
E se uno dei due si mettesse a piangere mentre l’altro è già tra le braccia di Morfeo? Dipende da moltissimi fattori e da altrettante caratteristiche differenti come ad esempio, la sensibilità agli stimoli esterni.
In questo caso andiamo a parlare di bambini altamente sensibili che avranno bisogno di essere accompagnati da rumori propriamente più gentili. I rumori bianchi (conosci i rumori bianchi?).
In quanto a difficoltà del sonno dei bambini, è bene sottolineare che l’ipersensibilità non è una malattia, tanto meno un difetto, un vizio, una carenza che necessita di una terapia o di un farmaco. L’argomento sulla sensibilità sensoriale è un tema poco conosciuto e che solo nell’ultimo ventennio, ha avuto un ulteriore risalto negli studi di settore.
Quando si parla di un bambino o di un individuo altamente sensibile, ci si riferisce e si coinvolge un tratto del temperamento innato genetico che si riflette nei comportamenti di tutti i giorni. I bambini altamente sensibili avranno sostanzialmente una soglia più bassa di percezione degli stimoli esterni attivando di fatto l’istinto di protezione verso sé stessi. Questo comporta che un bimbo piccolo a fronte di uno stimolo esterno, come il pianto del fratellino o un rumore più forte, tenderà a rispondere ad esso svegliandosi o faticando nell’addormentarsi.
È possibile, in questo caso, che il loro sonno sia disturbato, e in tal caso l’utilizzo del rumore bianco possa ovviare a questa difficoltà. Studiosi di musicologia hanno rilevato che un rumore le cui vibrazioni risultano costanti, permettono al cervello di entrare in uno stato di rilassamento accompagnando il bambino ad addormentarsi.
L’uso del rumore bianco può avvenire attraverso l’utilizzo di apparecchi come il phon, l’aspirapolvere e appositi cd che inducono a percepire suoni propriamente più gentili. Il tutto dovrà avvenire in sicurezza e per poterlo fare è bene tenere a mente alcune caratteristiche:
In altri casi più frequenti il pianto del fratellino o della sorellina non avranno nessun effetto sul primogenito. E viceversa. I bambini più frequentemente non si sveglieranno a vicenda in quanto, dopo alcune settimane di conoscenza reciproca, avranno la capacità di individuare qualsiasi rumore. Avranno imparato a distinguere se il suono percepito sia normale o se necessiti di un risveglio per affrontarlo.
A differenza di quanto si sia sempre pensato recentemente studi scientifici hanno individuato che i primi sensi che si presentano a livello intrauterino sono il tatto e l’udito. L’utero materno diviene così un luogo ricco di opportunità che permette al feto di imparare i differenti rumori provenienti dall’esterno e seppure essi siano ovattati dalla conformazione uterina, questa esperienza fornirà gli strumenti idonei per affrontarli una volta venuto al mondo.
Pensiamo, ad esempio, a chi abita nei pressi di un campanile o a una fabbrica che ad ogni cambio turno fa partire la sirena per avvisare gli operai. Il cervello umano è in grado di elaborare tali stimoli uditivi riconoscendoli come innocui e non compromettendo il sonno.
Questa paura che due fratelli si possano disturbare a vicenda in realtà è propriamente di noi adulti che pensiamo a rendere i luoghi dove riposare sempre più silenziosi. Tenendo fuori tutti quei rumori che possano provare un disturbo nel sonno dei più piccoli. Erroneamente cerchiamo di evitare di produrre un rumore, ma senza conoscere a fondo il nostro organismo che è già di per sé organizzato perché non accada un sovraccarico di stimoli. Questo è permesso da particolari filtri selettivi che vengono attivati sia nell’adulto che nel bambino indipendentemente dalla sua età anagrafica. Quindi pensiamo che per affrontare eventuali difficoltà del sonno dei bambini basti ricreare silenzio.
In realtà, la corteccia uditiva (termine utilizzato dai medici per determinare il centro dell’udito) tende a non fermarsi mai rimanendo in costante allerta mentre il nostro corpo avrà bisogno di riposarsi per ricaricare le energie. Per poter bloccare i suoni propriamente non necessari e che darebbe al nostro corpo quel fastidio da non permetterci di dormire bene, viene attivato un filtro.
Provate a pensare a un rilevatore come ad esempio quello del gas, che al suo interno ha una piccola membrana con dei pori che si attivano quando percepiscono un odore nocivo e pericoloso. Il corpo umano è dotato di questa membrana presente nell’orecchio e che attivandosi permette a tutti noi di percepire i suoni esterni. Determinando se questi sono buoni o cattivi.
Ci sarà bisogno di un periodo di rodaggio e che permetta soprattutto ai fratelli di conoscersi, annusarsi e potersi sentire. Favorire il sonno dei più piccoli cercando di assecondare i ritmi individuali è molto complesso e i fattori da prendere in considerazione sono molteplici ma vorrei lasciarvi cinque piccoli consigli.
In conclusione, l’arrivo di un fratellino può creare difficoltà e andare a disturbare il sonno del primogenito o possono entrambi infastidirsi a vicenda? Abbiamo visto che dipende dall’individualità di ogni bambino che è importante non ignorare ma è anche vero che a volte siamo noi adulti ad avere paura. Dei rumori, dei pianti e dei suoni provenienti dall’esterno che possono infastidire e interrompere un sonno ristoratore. Ognuno di noi ha bisogno di un approccio che sia rispettoso e che sappia coinvolgere gli altri modellato sulle esigenze e caratteristiche di tutta la famiglia.
I dubbi per un genitore possono essere veramente tanti ed è normale avere dei timori, ma io sono qui in caso volessi percorrere insieme una strada che li sciolga (scopri i miei percorsi e le consulenze del sonno personalizzate!).