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Mio figlio si sveglia spesso nella notte perché ha fame! È una frase che ascolto spesso, e che porta i genitori a chiedersi se l’allattamento notturno incida con la qualità del sonno di neonati e bambini. Vorrei fin da subito rassicurarti che la fame non è l’unico motivo per cui un neonato si sveglia frequentemente, sia di notte, ma anche di giorno. Le sfumature possono essere molteplici e non è solo una questione di fame.
Continua a leggere per scoprire ed approfondire tutti i consigli per agevolare il sonno del tuo bambino, senza andare in panico, ma accogliendo i suoi bisogni.
A dispetto di quello che abbiamo sempre pensato, i bambini non sono adulti in miniatura. Non lo sono per mille aspetti diversi fra loro, e in particolare a livello organico ed emotivo. A differenza dell’adulto, un neonato ha bisogno di dormire maggiormente (ecco perché i pisolini dei bambini sono preziosi), e, più frequentemente, di potersi nutrire. A livello pratico risulta normale che i loro orari non coincidono con le nostre abitudini quotidiane.
Nove mesi nella pancia della mamma in uno spazio ristretto, buio e silenzioso per poi ritrovarsi all’improvviso catapultati in un ambiente ampio, pieno di luce e con fastidiosi rumori. Tutto ciò che si è avuto modo di provare, sentire e toccare è venuto meno da dover riiniziare da capo per capirne ogni singola sfumatura del nuovo ambiente in cui viene accolto (spiegato il bisogno di contatto). Diamo spesso per scontato che abbiano capacità naturali per autoregolarsi, ma la loro immaturità neurologica e muscolare, necessita di aiuto perché possa svilupparsi correttamente.
L’orologio interno biologico avrà bisogno di regolarsi e maturare attraverso il contatto, la suzione e il movimento. Per poter trovare il giusto equilibrio di un buon ritmo circadiano vi sarà bisogno di prendere coscienza delle esigenze del nostro bambino rispondendo ai suoi bisogni attraverso:
Questo è quello che vorresti sentire, non perché vuoi smettere lo so, ma quanto piuttosto per un bisogno di avere una soluzione. Purtroppo non c’è una magia (scopri come posso aiutarti con le mie consulenze sul sonno dei bambini) ma la buona notizia è che non è colpa dell’allattamento notturno, come spesso ci fanno credere.
Eh no! Infatti, non solo non esiste una formula magica che permetta di dormire tutta la notte, ma togliere o negare il seno non farà la differenza che forse ti aspetti di vedere, e neanche sostituendo l’allattamento notturno al seno con il latte artificiale.
Sonno e allattamento sono due argomenti che viaggiano spesso insieme, ma l’uno non può dirsi complementare dell’altro, soprattutto quando andiamo a toccare il tema dei risvegli di un neonato.
Il bambino allattato al seno attraversa fasi di sonno meno profonde, ed è fisiologico che ad ogni poppata la produzione di latte possa aumentare, in quanto la prolattina che è maggiormente attiva di notte, viene stimolata dalla suzione stessa. E seppure possa apparire che un neonato allattato artificialmente abbia un sonno più intenso, non significa che possa dormire tutta la notte.
Quindi, per dirla in parole semplici: nemmeno il latte artificiale farà dormire tuo figlio tutta la notte.
La digestione di un neonato allattato artificialmente è più lunga, e potrebbe trarre in inganno il genitore che è convinto che il proprio bimbo abbia dei risvegli solo per il morso della fame. I risvegli notturni ci saranno a prescindere dalla tipologia di allattamento, o dall’alimentazione (più avanti parleremo anche di sonno e svezzamento), perché le variabili possono essere veramente tante, tutte diverse e non sempre le stesse. Anzi, questa digestione più lunga, potrebbe far sentire i piccini disturbati, interferendo dunque con il sonno (come sempre bisogna dire “potrebbe”, perché la verità è che tutto cambia da bambino a bambino). L’allattamento notturno artificiale non è necessariamente la soluzione!
Il fautore del metodo cosleeping, il dottor McKenna ha coniato un termine specifico per descrivere la relazione tra il sonno di un neonato e l’allattamento: breast sleeping che, tradotto, suona più o meno come sonno allattato.
A partire dalla considerazione che un neonato è un piccolo umano che non si è ancora sviluppato fuori dalla pancia della mamma, e che necessita per natura di ulteriori nove mesi per un completo sviluppo (esogestazione), l’antropologo Mckenna afferma infatti che i risvegli notturni siano comportamenti assolutamente normali, che non devono preoccupare ulteriormente il genitore.
Difficoltà a parte, per un genitore che si sentirà sempre più sotto pressione per i continui risvegli del proprio figlio, per Mckenna i continui risvegli determinano una condizione perfetta che mostra come il neonato stia bene, e che non presenta nessuna problematica da correggere. Inoltre, i risvegli notturni in relazione alla richiesta di allattamento sono per l’antropologo americano, fattori di prevenzione della morte in culla (SIDS).
Negli ultimi anni il consiglio di molti pediatri è quello di scegliere un allattamento a richiesta che non significherebbe necessariamente un grido da parte del proprio bambino di sopperire alla pancia vuota. Il riflesso di suzione è indispensabile per lo sviluppo di un neonato così come il contatto pelle a pelle con la mamma dove potrà tranquillizzarsi percependo il battito cardiaco e il suo calore.
L’allattamento a richiesta è dunque più di solo nutrimento, ma anche risposta al bisogno di sicurezza, calore, contatto dei nostri piccini. La notte come il giorno.
Infatti, il neonato può richiedere il seno non solo per una esigenza nutritiva, ma per:
E così via!
meriti di dormire, lo so. E so anche che il benessere e l’equilibrio di una famiglia è correlato al buon riposo di un bambino, e il voler dormire per un adulto è un bisogno primario che non deve essere confuso con un atto egoistico. I nostri bambini hanno bisogno di noi nella versione migliore che possiamo offrire loro, e questa ha inizio proprio dal sonno di tutti, nessuno escluso.
Tuttavia, educare al sonno è possibile, ma richiede costanza, fiducia e molto amore da non confondersi con un allenamento, o un vero proprio addestramento. Non ci deve apparire una forzatura e nemmeno una imposizione. Il neonato non ha vizi e tanto meno è pronto per renderci la vita difficile con i suoi risvegli, pianti e urla ma ha soltanto bisogno che un adulto assecondi le sue esigenze naturali e fisiologiche. Questo non significa che sarà così per tutta l’infanzia o per tutta la vita. Ogni cosa a suo tempo, e ogni traguardo giungerà.
Come abbiamo visto, è fisiologico che nei primi mesi di vita la richiesta di attaccarsi al seno avvenga frequentemente e seppure il numero delle poppate non sia uguale per tutti, ma possa variare da bambino a bambino, è un evento normale. Faticoso, ma normale.
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