
Articoli recenti
Categories
Sonno e allattamento sono due argomenti che procedono pari passo più di quanto si possa immaginare. Allattare non è solo nutrimento, è anche relazione, cura, legame. Che sia un allattamento al seno o in formula, è un momento importante in cui ci prendiamo cura di un’esigenza importante dei nostri piccini. Se di giorno con la luce del sole tutto potrebbe apparire più semplice, al calar della sera non mancano i dubbi, le perplessità. Avremo modo di dormire stanotte? Quante volte si sveglierà il nostro bimbo per essere allattato con il biberon? Cerchiamo di scoprire come gestire l’allattamento artificiale notturno, cercando, come sempre, di rispettare e favorire i ritmi di sonno dei nostri bambini.
Nei primi mesi di vita l’allattamento è un’attività molto intensa, predominante. Secondo le linee guida dell’OMS il latte materno è l’alimento raccomandato principale, e tale dovrebbe restare fino all’anno di vita compiuto. Tuttavia, ci sono situazioni in cui non è stato possibile poter ricorrere all’allattamento materno, e in quel caso diventa importante creare una routine con l’allattamento artificiale.
Qualsiasi sia la scelta, la motivazione che spinge una mamma a scegliere una tipologia di allattamento piuttosto di un altra, dovrà avere sempre il giusto e corretto supporto. Senza sentirsi in colpa e in errore per aver intrapreso una scelta per sé e il proprio bimbo. Purtroppo, intorno all’alimentazione con latte artificiale esistono credenze errate che riguardano soprattutto gli orari di somministrazione, diurne e notturne.
È opinione che un neonato che viene allattato con latte artificiale sia propenso a dormire più ore di un bimbo che viene allattato al seno dalla madre.
Errore comune è la convinzione che per poter avere una maggiore possibilità di dormire tutta la notte, sia necessario stabilire rigide tabelle per l’allattamento. Nutrire un neonato con il biberon ad orari prestabiliti non fa altro che sballare ulteriormente il suo ciclo di sonno/veglia, oltre che interferire sul meccanismo di fame e sazietà.
Quindi, mi spiace informarti che il latte artificiale non è una soluzione salvananna.
Negli ultimi anni è stato necessario da parte della comunità scientifica pediatrica consigliare alle famiglie il ricorso all’allattamento a richiesta, sia esso in formula che al seno, in quanto non si tratta solo di riempire la pancia del neonato: è un bisogno di contatto, anche visivo, di pelle a pelle seguendo il ritmo del cuore materno, di sicurezza. Di giorno come di notte.
Risulta così molto importante concentrarsi solo sul proprio bambino, lasciando da parte qualsiasi altra distrazione. Guardarsi negli occhi, osservare il comportamento dell’uno con l’altro contribuirà a consolidare un legame unico, speciale con il proprio bimbo che riuscirà addirittura a dormire meglio la notte. È appurato che alcuni risvegli notturni sono legati propriamente a un bisogno di contatto che durante il giorno, o nel mentre l’addormentamento serale, non è stato soddisfatto.
Per poter soddisfare un bisogno notturno che necessariamente non significa smettere di dormire per qualsiasi genitore, si può scegliere di avere vicino a sé il proprio bimbo. Organizzare tutto in maniera tale che le alzate notturne non siano un peso, ma potrebbe anche essere una soluzione ottimale per la mamma che si ritroverà ad avere un minor dispendio di energie. Dormire vicini, con la culla attaccata al lettone, permetterebbe inoltre di aumentare la sensazione di protezione del neonato rispondendo ai suoi bisogni quando necessitano di essere esauditi.
Ogni famiglia è a sé, esigenze diverse, situazioni differenti e spazi a volte ristretti, a cui fare i conti nell’arco della giornata.
Ecco 5 consigli che possono facilitare il momento notturno per un allattamento artificiale più semplice per tutta la famiglia:
L’allattamento notturno diventa per molti genitori uno dei momenti più difficili nell’accudimento del proprio figlio. Se da una parte si è sempre pensato che a livello digestivo, un neonato allattato artificialmente, avesse tempi più lunghi tenendo a svegliarsi meno, abbiamo osservato non essere propriamente così. Nelle prime settimane e nei primi mesi i risvegli notturni sono fisiologici dovuti propriamente a un ritmo circadiano non ancora presente.
Tra l’altro siamo abituati a interpretare i micro risvegli come segni di un dolore, un disagio fisico o la richiesta di essere nutrito. Ci poniamo domande del tipo “avrà fame?” o “avrà sete?”, focalizzandoci più sul bisogno primario che pensando ad una situazione fisiologica.
L’errore che molti genitori commettono, che io stessa ho avuto modo di provare con la mia prima figlia, è stato quello di correre per risolvere il disagio senza conoscere a fondo i processi di sonno dei neonati. Nelle prime settimane di vita, e successivamente nei mesi a venire, un bambino passerà da un ciclo all’altro del sonno dormendo e allo stesso tempo ridendo, piangendo, muovendosi.
Se la nostra convinzione è che sia tutta una questione di fame, scatteremo in piedi per soddisfare la sua ipotetica esigenza, sbagliando nella maggior parte dei casi. Prendendolo in braccio, avvicinando il biberon lo sveglieremo definitivamente, con il rischio di scombussolare un ritmo immaturo, incompleto e non ancora sviluppato determinante per non confondere il giorno con la notte. O viceversa.
Viene chiamata latte della buonanotte, quella poppata che può essere data intorno alle 22/23 in un ambiente tranquillo, buio e poco rumoroso, quasi senza svegliare il proprio bimbo. Lentamente e dolcemente, senza bruschi risvegli, puoi alimentare il neonato, creando una condizione che favorisce la continuazione del sonno notturno.
A livello pratico, considera che un neonato di pochi mesi potrebbe avere la necessità di mangiare intorno alle ore 20, e probabilmente, il risveglio notturno si attesterebbe intorno all’1 di notte, o poco prima. Il latte della buonanotte potrebbe rendere (attenzione che in ogni caso i bambini sono tutti diversi) il periodo del sonno di un bimbo più lungo, favorendo anche il riposo della mamma, e di tutta la famiglia. Inoltre, per mantenere la sensazione di contenimento e calore si possono utilizzare lo swaddle (dalla nascita fino ai 3 mesi di vita) o il sacco nanna.
Il latte della buonanotte può diventare parte della routine notturna, sempre facendo attenzione a non farne solo una questione di “riempire il pancino” quanto piuttosto per favorire relax e addormentamento, insomma, non è che devi accanirti per fargli finire il pasto (cosa che in realtà non dovremmo fare mai).
In conclusione, allattare non è solo un bisogno che serve al neonato e al bambino per riempire la pancia: è il nutrimento per l’anima, che parte dal contatto pelle a pelle, dal calore e arriva fino allo sguardo di mamma e papà. Allattare nelle ore notturne è alquanto faticoso, e non sarà facile trovare subito il proprio ritmo, ma con pazienza e organizzazione comune, la soluzione è a portata di mano.
Come va con l’allattamento artificiale e la nanna notturna? Se senti di aver bisogno di un luogo completamente online, dedicato alle mamme, sin dalla gravidanza, una community privata, ricca di contenuti video e consulenze di gruppo live, abbonati subito alla mia membership Non solo nanna!